Die Crucchi Gang, l’ironica band “crucca” che canta in italiano le hits tedesche
Esce il nuovo album della Crucchi Gang: un ponte musicale tra l’Italia e la Germania
Tradurre il pop tedesco in italiano: questa è l’idea dietro il nuovo album Italienliebe della Crucchi Gang. Il nuovo album, rilasciato il 25 settembre, unisce le sonorità della lingua italiana con le hit pop che hanno dominato le classifiche tedesche negli ultimi anni. Così, Tanzen di Clueso diventa Ballare, riarrangiata in tinte Italopop e Meine Kneipe dei Von Wegen Lisbeth diventa Al mio locale.
Il progetto nasce da Francesco Wilking, ex cantante di Tele, ora con la band Die Höchste Eisenbahn, la manager musicale Charlotte Goltermann e suo marito, lo scrittore e musicista Sven Regener. Da quando hanno lavorato insieme per un film di Leander Haußmann nel 2007, è nata l’idea di registrare insieme un album italiano. E ora, finalmente, hanno preso le canzoni dei loro “cantanti preferiti”, facendole funzionare anche in italiano. La madre di Francesco Wilking è di Roma, i suoi genitori si sono incontrati sul treno per Berlino: con una storia così chi altro poteva dedicarsi a questo progetto? Le traduzioni dei testi non sono letterali e si sforzano di tenere assieme un significato simile con la musicalità dei testi. Gli arrangiamenti del produttore Patrick Reising, poi, danno un tocco vagamente vintage e Italodisco ai pezzi. Un caso particolarmente riuscito è “Bungalow”, il successo della band austriaca Bilderbuch. Bongos e strumenti a fiato creano una leggera sensazione estiva anni Sessanta, il testo è orecchiabile (da “Dann rufst du an auf meinem Handy, und da bist du wieder candy” diventa “Mi chiami al cellulare, mi chiedi vieni al mare”) e la voglia di ascoltarla con uno spritz in mano è contagiosa.
Crucchi Gang: come riabilitare una parola dispregiativa
Un altro particolare interessante della Crucchi Gang è il nome, che riabilita un termine dispregiativo come crucchi. Sebbene ci sembri innocente, l’appellativo “crucco” è offensivo. La parola “crucco” deriva infatti dalla parola slovena kruh che significa “pane”. Durante la Grande Guerra i prigionieri sloveni e croati, all’epoca parte integrante dell’Impero Austriaco, chiedevano insistentemente ai loro carcerieri italiani “kruh!” ovvero “pane!”. Ed è proprio per questa ragione che il termine è stato tradotto in “crucco” proprio come adattamento all’italiano della parola croata. Durante la Seconda Guerra Mondiale il termine venne utilizzato dalle truppe italiane, in particolar modo dai partigiani, per indicare i soldati di lingua tedesca. In Italia, questo termine non è abbastanza criticato e usato impudentemente anche da giornalisti. Lo sforzo della Crucchi Gang per avvicinare i due paesi è notevole e in linea con gli ideali della nostra redazione: Italia e Germania sono più vicine e simili di quanto non si pensi spesso.
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Immagine di copertina: Screenshot da Youtube