Berlino, i commercianti lamentano un calo delle vendite del 50% rispetto ai livelli pre-pandemia
Cifre “drammatiche” per i negozianti durante lo shopping natalizio. Il calo delle vendite è del 50 per cento rispetto al 2019.
È iniziato il periodo delle vendite natalizie a Berlino ma le cifre sono “disastrose”, specialmente per i piccoli negozianti. Il portavoce dell’associazione commerciale di Berlino-Brandeburgo (Handelsverband Berlin-Brandenburg, HBB), Phillip Haverkamp afferma che “il calo delle vendite è stato circa del 50 per cento rispetto al periodo precedente alla pandemia di Corona”. La ragione del calo delle vendite è l’intensificazione delle misure di sicurezza per diminuire l’aumento delle infezioni.
Haverkamp spiega che “alcuni rivenditori hanno bisogno del doppio del personale, specialmente i negozi gestiti dal proprietario, dove spesso solo una persona vende. Questa persona ora deve impiegare una seconda figura per regolare l’accesso all’ingresso, ciò riduce ulteriormente i profitti già sottili e aumenta il calo delle vendite”. Infine chiede, come la maggioranza dei berlinesi, un obbligo generale di vaccinazione per uscire dalla crisi. “I commercianti non sono agenti di polizia ausiliari, i controlli non dovrebbero essere un loro compito – la vaccinazione obbligatoria è l’unica via d’uscita dalla pandemia”.
Il pessimismo dei negozianti
Coloro che si trovano più penalizzati da questa diminuzione delle vendite sono, ovviamente, i proprietari dei negozi. Per molti rivenditori, infatti, i controlli significano grandi ostacoli. Nel Boulevard Berlin, centro commerciale a Schlossstraße, Sybille Jentsch gestisce il bistrot in un centro fitness. Dice che preferirebbe un “blocco totale” piuttosto di questa situazione perchè con un fatturato minimo, deve anche occuparsi della spesa e di altre cose. “Prima avevo da 20 a 30 clienti al giorno che mangiavano pure, ora forse due clienti che non mangiano”.
Ma Sybille è solo uno dei tanti commercianti che riscontrano difficoltà dopo il rafforzamento dei controlli di sicurezza. In un negozio di articoli sportivi è lo stesso direttore che all’entrata chiede di esporre Covidpass e documento, mentre in una cartolibreria vicina il controllore discute con un ragazzo che si rifiuta di mostrare la certificazione verde. Ben Werner (nome inventato) lavora in un negozio di mobili per la casa a Charlottenburg. “Dovrebbe essere lo Stato a pagare il personale addetto alla supervisione dei Covidpass all’ingresso del negozio. In questa situazione non posso permettermi di pagare nemmeno i miei dipendenti figuriamoci una figura aggiuntiva”.
Il lockdown per i non vaccinati
La situazione è quindi drastica, un miglioramento comincia a vedersi con le iniziative intraprese dal Governo per ridurre il numero dei contagi della quarta ondata. Con l’estensione della regola del 2G anche ai settori del commercio al dettaglio, cioè del green pass rafforzato e valido solo per vaccinati e guariti, e la riduzione dei contatti, di fatto i non vaccinati in Germania sono ad oggi sottoposti a regole molto più stringenti. “Serve un atto nazionale di solidarietà” aveva dichiarato l’ex Cancelliera Angela Merkel che con queste misure sempre più severe si era augurata un aumento generale dei vaccinati. Come già preannunciato dal nuovo Cancelliere Olaf Scholz, inoltre, nel Paese dovrebbe scattare un obbligo vaccinale per tutti attraverso una legge che dovrebbe essere discussa e votata nei primi giorni del prossimo anno dal Bundestag, il Parlamento federale, con validità probabilmente da febbraio 2022. Queste nuove regole dovrebbero aiutare ad evitare un ulteriore calo delle vendite anche nel 2022 e ad uscire pian piano dalla pandemia.
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