Il candidato Presidente cileno travolto dallo scandalo: il padre era nazista
Secondo un recente documento il padre del candidato alle presidenziali cilene, José Antonio Kast, sarebbe stato membro del Partito Nazionalsocialista tedesco. Funzionari tedeschi avrebbero confermato che un giovane con lo stesso cognome si sarebbe iscritto al partito nel settembre del 1942
Scandalo in Cile per il candidato alle presidenziali José Antonio Kast appartenente al Partito Repubblicano di estrema destra. Secondo un recente documento ottenuto dall’Associated Press, il padre di Kast sarebbe stato membro del Partito Nazionalsocialista tedesco (NSDAP). Tale rivelazione appare in contrasto con le dichiarazioni del candidato di estrema destra relative alle attività del padre durante la Seconda Guerra Mondiale. Tuttavia, funzionari tedeschi avrebbero confermato che, all’interno dell’Archivio Federale, un documento appartenente a un ragazzo di nome Micheal Kast proverebbe che nel 1942 il giovane si sarebbe iscritto al partito nazista. Anche se il luogo e le date di nascita coincidono, non è stato possibile confermare se il ragazzo in questione fosse il padre di Kast.
La famiglia di Kast ha avuto profondi legami con la dittatura militare del Generale Pinochet
La corsa alle presidenziali cilene ha come protagonisti due estremi. Da una parte il leader di estrema destra José Antonio Kast, dall’altra l’ex leader studentesco di sinistra Gabriel Boric. Convinto cattolico e padre di nove figli, Kast e la sua famiglia hanno profondi legami con la dittatura militare del Generale Augusto Pinochet, salito al potere a seguito di un colpo di Stato nel 1973. Durante la compagna elettorale del 2017, Kast avrebbe affermato che se il Generale fosse stato ancora vivo, avrebbe certamente votato per lui e avrebbero preso un tè insieme nel Palazzo Presidenziale. Quest’anno il candidato di estrema destra ha posto l’accento sia sui valori della famiglia conservatrice sia sulla questione dei migranti, incolpandoli di diversi crimini.
Non è chiaro se il candidato di estrema destra fosse a conoscenza del passato del padre
La notizia relativa all’iscrizione al Partito Nazionalsocialista tedesco del padre di Kast ha causato, per ovvie ragioni, grande scandalo all’interno del Paese. Tuttavia, non è ancora chiaro se José Antonio Kast fosse a conoscenza della tessera NSDAP del padre. Carolina Araya, portavoce della campagna elettorale di Kast, ha preferito non commentare l’accaduto. Già in passato il candidato di destra aveva respinto le insinuazioni secondo le quali il padre fosse un sostenitore dell’ideologia nazista. Al contrario, non solo ha sottolineato come il padre fosse stato costretto a unirsi all’esercito tedesco, ma si è mostrato anche orgoglioso delle sue azioni. Inoltre, nel 2018, durante un’intervista, Kast ha accusato un rinomato giornalista cileno di aver diffuso solo menzogne sul conto di suo padre.
Micheal Kast e il legame con il Partito Nazionalsocialista
Secondo le informazioni riportate, il padre di Kast si sarebbe unito al partito il 1 settembre 1942, poco dopo aver compiuto la maggiore età. Nonostante non vi siano prove riguardanti il suo coinvolgimento nelle atrocità commesse durante la Guerra, la sua adesione al Partito Nazionalsocialista è stata certamente volontaria. Armin Nolzen, storico tedesco, ha affermato che “non vi è un solo esempio di qualcuno che sia stato costretto a entrare nel Partito”.
Anche Micheal Buddrus, dell’Istituto Leibniz per la Storia Contemporanea di Berlino, si è espresso sulla questione. Infatti, sebbene abbia affermato che sarebbe ingiusto sopravvalutare l’importanza dell’appartenenza a tale Partito, soprattutto in persone così giovani, ha comunque affermato che Micheal Kast si sarebbe unito al Partito di sua spontanea volontà. “Essere un membro del Partito ti lega al partito e alla sua ideologia, anche se molti potrebbero aver aderito per ragioni puramente opportunistiche” ha aggiunto Richard Wetzell, ricercatore presso il German Historical Institute di Washington.
Dagli anni della guerra fino all’arrivo in Cile nel 1950
Secondo quanto riportato nel libro del giornalista cileno Javier Rebolledo A la sombra de los Cuervos: Los Complices civiles de la dictatura, Micheal Kast sarebbe stato inizialmente riluttante a iscriversi al Partito nazista. Al contrario, poco prima di essere inviato nella penisola di Crimea, un sergente lo avrebbe convinto a farlo. Al termine della guerra, Kast ottenne un documento d’identità falso che indicava la sua appartenenza al Comitato Internazionale della Croce Rossa. Tuttavia, la sua vera identità venne scoperta una volta tornato in Germania, durante il periodo post bellico. Rebolledo, all’interno del suo libro, racconta che a seguito della confessione delle sue attività, un Pubblico Ministero aveva avuto pietà di lui e in segno di riconoscenza per la sua onestà aveva bruciato i documenti militari relativi alle sue funzioni.
Nel 1950 il padre di Kast emigrò in Cile, per essere successivamente raggiunto dalla moglie e dai due figli. La famiglia, stabilitasi nella cittadina di Paine, diede vita a una piccola impresa dedicata alla vendita di salumi. Nel 1995 il Congresso cileno approvò una legge che garantì a Micheal Kast la cittadinanza cilena. Tuttavia, secondo le dichiarazioni di José Antonio Kast, il giornalista cileno non avrebbe fatto altro che distorcere i fatti realmente accaduti così da attribuire caratteristiche maligne alle azioni svolte dal padre durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale.
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