La Germania impone alle grandi compagnie una quota fissa di assunzioni femminili ai livelli più elevati
Grazie alla bozza di una legge presentata al Bundestag lo scorso mercoledì nei consigli amministrativi delle grandi compagnie tedesche ci dovrà essere almeno una donna su un minimo di tre membri
Questa legge si rivolge direttamente alle 70 più grandi aziende della Germania delle quali 30 non includono nessuna donna all’interno dei proprio vertici amministrativi. La legge deve essere ancora approvata dal Bundestag ma viene già definita uno spartiacque per le donne che lavorano nel settore del management. Sebbene negli ultimi anni il numero delle donne all’interno dei CdA sia notevolmente aumentato ci sono ancora molti ostacoli che bloccano il cammino verso il progresso e un’effettiva egualità. La maggior parte dei manager di sesso femminile lavora nelle commissioni che si occupano della supervisione delle aziende e rimangono quasi sempre escluse dai consigli amministrativi. Nelle più grandi aziende europee le donne rappresentano solo il 28% dei membri dei comitati esecutivi.
Una misura necessaria
Questa legge è stata richiesta dopo il fallimento da parte delle aziende tedesche di diminuire volontariamente le differenze di genere all’interno delle aziende. I dati sono ulteriormente peggiorati con l’avvento della crisi economica causata dal Covid-19, 11 compagnie che fanno parte del gruppo DAX 30 (segmento della borsa di Francoforte con i maggiori titoli di Stato) sono gestite da commissioni esecutive composte da soli uomini. Nessuna compagnia inclusa nel gruppo DAX è gestita da una donna, ma la situazione cambierà a maggio quando Belen Garijo prenderà le redini dell’azienda farmaceutica Merck. Inoltre in Germania le donne guadagnano il 20% in meno rispetto agli uomini mentre nel resto di Europa questa differenza ammonta al 14%. Janina Kugel, ex membro esecutivo di Siemens, ha definito la nuova legge come un «segnale importante, poiché abbiamo avuto un Cancelliere donna in carica per 15 anni la percezione generale è che la Germania sia molto progressista al riguardo, ma in realtà non è così. È ancora molto conservatrice per quanto riguarda i modelli di comportamento e su cosa gli uomini e le donne debbano fare».
Il peggioramento delle condizioni lavorative delle donne a causa del Covid-19
A causa della pandemia molte aziende sono state costrette a prendere misure drastiche per garantire la sicurezza pubblica e i diritti dei lavoratori. Sono stati perciò applicati nuovi pacchetti fiscali e nuove polizze amministrative, ma molte di queste iniziative hanno escluso completamente le lavoratrici femminili. La pandemia ha devastat0 i settori dove predominavano le donne ed ha aggiunto sulle loro spalle un ulteriore carico di responsabilità nei confronti delle famiglie. Se in futuro i Governi non metteranno al centro dei loro piani economici post-pandemia il ruolo delle donne allora i progressi fatti negli ultimi anni saranno stati vani e le prospettive economiche mondiali peggioreranno. In molti paesi le donne solitamente lavorano in settori come la sanità, l’educazione e la ristorazione, i quali si sono rivelati estremamente vulnerabili durante questa nuova crisi economica. Stando alle stime del McKinsey Global Institute sebbene le donne corrispondano al 39% della forza lavorativa globale nel corso del 2020 hanno subito il 54% delle perdite lavorative.
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Foto: Parità di genere da Pexels CC BY-SA 0.0