Berlinale, Fuocoammare vince l’Orso d’oro. È il migliore film del festival
“Voglio dedicare questo premio a tutti i cittadini di Lampedusa, alla loro apertura mentale, alla gioia con cui vivono. Ho chiesto una volta al dottore Bartolo cosa faccia speciale Lampedusa e lui mi ha risposto che Lampeudsa è un’isola di pescatori e i pescatori accettano tutto ciò che viene dal mare”
È Fuocoammare di Gianfranco Rosi il migliore film della 66esima edizione della Berlinale, il festival del cinema della capitale tedesca. A premiarlo è stata la presidentessa di giuria Meryl Streep assieme al direttore della Berlinale Dieter Kosselick. “Ringrazio prima di tutto i miei produttori per avere creduto nella realizzazione di un altro documentario su Lampedusa”. Sul palco Rosi, che nel 2013 aveva vinto il Festival di Venezia con il documentario Sacro Gra, ha voluto sul palco tutti i produttori. “Ho passato un anno e mezzo a Lampedusa e ho visto mia figlia solo qualche giorno, il mio obiettivo sarà ora passare più tempo con lei” ha dichiarato in chiusura di intervento. Già nel 2012 la Berlinale aveva premiato Cesare deve morire dei fratelli Taviani come migliore film.
La recensione di Fuocoammare. Notte. La guardia costiera viene raggiunta telefonicamente dalla chiamata di alcuni naufraghi. Cercano aiuto, ma non riescono ad indicare la propria posizione. Nel frattempo, sull’isola, un bambino cerca il ramo giusto di un albero da tagliare per trasformarlo nella Y di una fionda. Un’anziana signora ordina la casa. Alla radio un dj canticchia le vecchie canzoni italiane che ha messo in rotazione. Qualche chilometro più in là, in alto mare, si stanno effettuando le operazioni di soccorso. Del loro esito non vedremo nulla, sarà la radio, qualche secondo dopo, a renderci noti il numero dei morti e quello dei superstiti.La quotidianità di Lampedusa è composta da una circolarità di persone ed eventi così lontani, così vicini. Il tormentato medico che esegue l’autopsia dei cadaveri è anche colui che visita, sorridendo, il bambino che pensa di avere allergie. Le acque dove muoiono centinaia di persone l’anno, le stesse da cui i pescatori dell’isola, e le loro famiglie, traggono di che sostentarsi. La natura è tanto piena di contrasti, quanto apparentemente “normale” se si pensa alla regolarità con cui reitera i suoi paradossi. Gianfranco Rosi riesce a documentare e ricostruire (c’è anche fiction) rendendosi apparentemente invisibile. Nessuna voce fuori campo, nessuna inquadratura che voglia sottolineare, in maniera “palese” ciò che pensa o vuole dire l’autore, solo il monologo del medico lega direttamente le immagini ad un giudizio, il resto è apparentemente lasciato allo sguardo dello spettatore. Nessuna accusa, se non alla situazione. Nessun colpevole, solo eroi. Il già citato medico, la guardia costiera, chi lavora sulle imbarcazioni salvando vite che non si può non volere salvare. Non saremmo uomini se così non fosse.
Gli altri premi della 66esima edizione della Berlinale
Orso D’Argento Gran Premio della Giuria: DEATH IN SARAJEVO di Danis Tanovic
Orso D’Argento Premio Alfred Bauer: A LULLABY TO THE SORROWFUL MYSTERY di Lav Diaz
Orso D’Argento al miglior regista: Mia Hansen-Løve per L’AVENIR
Orso D’Argento alla miglior attrice: Trine Dyrholm per KOLLEKTIVET di Thomas Vinterberg
Orso D’Argento al miglior attore: Majd Mastoura per HEDI di Mohamed Ben Attia
Orso D’Argento per la miglior sceneggiatura: UNITED STATES OF LOVE di Tomasz Wasilewski
Orso D’Argento per il miglior contributo artistico:Mark Lee Ping-Bing per la fotografia di CROSSCURRENT
Best First Feature Award: HEDI di Mohamed Ben Attia
Orso D’Oro miglior corto: BALADA DE UM BATRAQUIO di Leonor Teles
Orso D’Argento Premio della Giuria (miglior corto): A MAN RETURNED di Mahdi Fleifel
Audi Short Film Award: JIN ZHI XIA MAO (Anchorage Prohibited) di Chiang Wei Liang