Un sistema di integrazione è realmente possibile? È da più di un anno ormai che i maggiori leader dei Paesi europei provano a trovare risposte alla questione, e a volte le trovano. In Baviera, ad esempio, il Ministro degli Interni Joachim Herrmann ha avviato una campagna per incoraggiare i migranti a diventare funzionari di polizia, che siano muniti di passaporto o meno.
I fatti. Lunedì 23 maggio, come riporta il Münchner Merkur, a Norimberga, il Ministro degli Interni Joachim Herrmann ha annunciato una campagna a favore dell’inserimento dei migranti nelle forze dell’ordine per dare un importante contributo nel risolvere casi di criminalità e ridurre i conflitti. L’esperienza conferma che i funzionari di origine straniera entrati a far parte della polizia offrono una fonte di contatto diretta con le comunità di riferimento perché parlano le stesse lingue e riescono a comprenderne meglio la mentalità. A spingere Herrmann in questa direzione è stato il fallimento delle investigazioni in una serie di omicidi di stranieri ad opera del Nationalsozialistischer Untergrund (NSU), una cellula neonazista, e la mancanza di sensibilità da parte della polizia nei confronti delle famiglie delle vittime. «Dobbiamo renderci conto che non c’è niente di male nell’avere più colleghi stranieri», ha aggiunto il ministro bavarese.
Il programma. La Baviera, come riporta The Local, non ha un registro specifico che attesti il numero di funzionari di polizia tedeschi con un passato di migrazione alle spalle, ma in 23 anni ha assunto 159 funzionari senza un passaporto tedesco, provenienti da 19 Paesi differenti, per la maggioranza con cittadinanza turca, e seguiti a ruota da italiani e croati. Anche tra i nuovi assunti c’è un italiano, Fabio Simari. La nuova campagna della polizia bavarese evidenzia il fatto che le nuove reclute non hanno bisogno della cittadinanza tedesca per entrare a far parte delle forze dell’ordine. Hermann Benker dell’Unione della Polizia in Germania appoggia il piano del ministro bavarese, ma ci tiene a precisare che la selezione è molto difficile, con un 40% di candidati in possesso di una Abitur, il diploma di scuola secondaria, e non si limiterà, quindi, al Paese di provenienza.
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