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L’innamorata, la poesia di Rilke dove la notte non finisce

Rilke fu un avventuriero, viaggiò e visse ovunque, Monaco, Berlino, Capri, Russia, Parigi, Roma, Vienna, Monaco, Svizzera…E dire che non era neanche tedesco, ma austriaco di origine boema (nacque a Praga). Amò, si separò, vagò tra bettole e frequentò i migliori hotel e ristoranti del mondo. Visse a cavallo di due secoli, diciannovesimo e ventesimo, fu depresso e romantico, modesto e ambizioso. Su di lui e la sua vita ancora aleggia un po’ di mistero. Certo è che le sue parole seppero, e sanno tuttora, toccare il cuore di tutti gli animi sensibili. Vi presentiamo qui il suo immortale componimento, intitolato L’innamorata.

Rainer Maria Rilke, L’innamorata

Questa è la mia finestra. È stato dolce
or ora il mio risveglio.
Credevo quasi di poter volare.
Fin dove giunge la mia vita
e ove ha inizio la notte?

Potrei pensare che tutto
attorno a me sia ancora io
trasparente come il fondo
di un cristallo, offuscata, muta.

E riuscirei ad abbracciare anche 
le stelle; tanto vasto mi appare
il cuore e così intenso il desiderio
di lasciar volare via

colui che forse cominciai ad amare,
forse a stringere il mio petto.
Estraneo come volto mai descritto
mi guarda il mio destino.

Cosa sono io? posta sotto il cielo
di questa infinità,
odorosa come un prato,
sospinta senza tregua,

tra la supplica e il timore
che qualcuno oda il mio richiamo
e destinata ad eclissarmi
dentro un altro.

(traduzione di Sabrina Mori Carmignani)

Rainer Maria Rilke, Die Liebende

Das ist mein Fenster. Eben

bin ich so sanft erwacht.

Ich dachte, ich würde schweben.

Bis wohin reicht mein Leben,

und wo beginnt die Nacht?

Ich könnte meinen, alles

wäre noch Ich ringsum;

durchsichtig wie eines Kristalles

Tiefe, verdunkelt, stumm.

Ich könnte auch noch die Sterne

fassen in mir; so groß

scheint mir mein Herz; so gerne

ließ es ihn wieder los

den ich vielleicht zu lieben,

vielleicht zu halten begann.

Fremd, wie niebeschrieben

sieht mich mein Schicksal an.

Was bin ich unter diese

Unendlichkeit gelegt,

duftend wie eine Wiese,

hin und her bewegt,

rufend zugleich und bange,

daß einer den Ruf vernimmt,

und zum Untergange

in einem Andern bestimmt.

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Foto di copertina: ©Perlinator, Notte stellata, CC BY 00.