Trovare una camera a Berlino? Un dramma in quattro atti
Una prima necessità che inevitabilmente si trasforma in un’avventura,in una vera e propria esperienza di vita e talvolta in un dramma, per la quale (quasi) tutti noi, italiani e non, trasferiti a Berlino, sono dovuti passare: la ricerca di una WG, per esteso Wohngemeinschaft, ovvero un appartamento da condividere con persone a cui non si è legati né per motivi familiari né sentimentali. Come molti di voi già sanno, trovare una WG a Berlino non è assolutamente un gioco da ragazzi ma piuttosto una sorta di “mission impossible”. Il compimento di tale missione avviene attraverso quattro fasi che ora descriverò con un intento ben preciso: quello di dare a te, sì proprio a te, che sei ancora in Italia ma prossimo al trasferimento nella capitale tedesca e ignaro di tutto quel che ti spetta, una preparazione psicologica a ciò a cui stai andando incontro. Uomo avvisato, mezzo salvato.
FASE 1: PRETESE E ASPETTATIVE
Arrivi sul suolo berlinese con tutta una serie di pretese: “Vorrei una stanza in un appartamento da condividere al massimo con altre due persone, possibilmente nella zona di Friedrichshain o Kreuzberg, ovviamente ammobiliata, assolutamente per non più di 300 euro al mese tutto incluso!”. Con queste pretese inizi così la ricerca della WG ideale, ricerca che viene effettuata tramite il buon vecchio “Wg-gesucht”, noto sito internet di annunci, sul quale trascorri ore ed ore, se non giornate intere. Inizi quindi a mandare mail ai futuri coinquilini degli appartamenti che hanno superato la tua selezione e che rispettano tutte le tue aspettative.
FASE 2: LA SIMBIOSI CON WG-GESUCHT
Quando noti che le tue mail vengono praticamente ignorate dal novantacinque per cento dei destinatari e che il restante cinque per cento sono tentativi di truffa, ti rendi conto che l’impresa non sarà proprio così semplice. Stupito da quante persone siano in grado di non prendere nemmeno lontanamente in considerazione la tua candidatura, inizi ad allargare le tue vedute e ad essere disposto a qualche compromesso e magari anche ad aumentare leggermente il tuo budget. Il controllare gli annunci diventa il primo pensiero della mattina e l’ultimo prima di andare a dormire. Ormai li sai tutti a memoria. É solo dopo essere entrato in completa simbiosi con Wg-Gesucht che ricevi i primi inviti per visitare gli appartamenti. Ora inizia il vero stress. Preparati.
FASE 3: I CASTING
Snervanti come, o forse ancor peggio, di un colloquio di lavoro, ecco perché queste visite sono ormai chiamate da tutti “casting”: sono decine le persone che superano la prima selezione avvenuta tramite mail e che ora, proprio come te, lottano per ottenere la stessa camera. Ovviamente cerchi di ottenere più appuntamenti possibili e passi di conseguenza giornate intere a spostarti a destra e a manca, su e giù per la città: un casting a Neukoelln e poi uno a Charlottenburg. Dopo un paio d’ore uno a Kreuzberg e poi di nuovo uno a Schoeneberg. Ma i continui spostamenti e l’aver ormai una conoscenza impeccabile della mappa della U-bahn e S-bahn costituiscono lo stress minore. La vera pressione inizia nel momento in cui metti il primo piede in una Wg. I coinquilini, consci del potere immenso che si trovano ora ad avere tra le mani, aspettano ansiosi di esaminarti. Ti rendi ben presto conto che se tu hai delle pretese, loro ne hanno di più. Molte di più. C’è chi vuole condividere la casa solo con vegetariani o addirittura vegani, chi vuole solo studenti, chi solo invece “Berufstaendig”, ovvero lavoratori, chi amanti degli animali, chi musicisti, chi artisti e così via. Dopo averti fatto vedere la camera, ti fanno accomodare in cucina e iniziano con le domande a cui tu cerchi di rispondere con calma, evitando di mostrare l’agitazione dovuta ai loro occhi che impassibili ti fissano e al fatto che uno di loro prenda appunti. Come da prassi, la frase “Ti faremo sapere” porta poi alla fine dell’incontro. Quando finalmente esci dalla casa, ti senti sollevato e ringrazi il cielo che tutto sia finito. Peccato però che, solo dopo qualche secondo, ti ricordi di avere un’altra visita nel giro di un’ora. E tutto inizia da capo.
FASE 4: DISPOSTO A TUTTO
Dopo aver partecipato a decine di casting, nessuno ancora ti ha dato la gioia di sceglierti. E tu non ne puoi più. Non ne puoi più di vedere case, di parlare della tua vita a sconosciuti, di avere ancora tutte le tue cose chiuse in una valigia e non poterle sistemare. Non ne puoi più e pur di ottenere una camera il prima possibile, mandi a quel paese tutte le pretese con cui sei arrivato e sei ora disposto a tutto. “In fondo Spandau come zona non è proprio così male…certo un po’ distante dal centro ma è risaputo che i mezzi pubblici a Berlino funzionano così bene che non dovrebbe essere un grande problema”. “In realtà sono sempre stata una persona socievole e il fatto di condividere l’appartamento con altre sei persone non mi tange assolutamente”. “Anche se la camera non è ammobiliata non mi importa. L’importante è che inizio ad avere quattro mura intorno a me e mettere così fine a questo strazio”.“É da molto che stavo riflettendo sul fatto di diventare vegetariano e forse questa è proprio l’occasione giusta per iniziare”. Come dicevo: proprio disposto a tutto. Sarà solo allora che riceverai la chiamata dal tuo futuro coinquilino e finalmente ti sentirai dire “abbiamo scelto te!”.
Sei pronto ad affrontare tutto ciò?
Inutile dire che esistono anche persone che, con una grande botta di fondoschiena, hanno trovato una WG senza fare diecimila castings, scendere a troppi compromessi e senza mai raggiungere la fase quattro. Io personalmente però ne ho conosciute molte che, non solo questa fase l’hanno raggiunta, ma ne sono rimasti prigionieri per un periodo non esattamente breve. Come in tante cose nella vita, la fortuna gioca anche in questo caso un ruolo importante.
Tutti coloro che hanno subito le pene dell’inferno per trovare una WG saranno poi d’accordo con me nel dire che hanno sempre sognato di trovarsi un giorno dall’altro lato di questi benedetti casting, ovvero nei panni di chi ha il potere di scegliere. Non vi dico la felicità quando questa occasione è capitata proprio a me. Gasatissima mi ero ripromessa che mi sarei vendicata di tutti gli strazi subiti da me e dai miei connazionali per trovare casa. Ero pronta a giudicare sfacciatamente ogni mio ipotetico futuro coinquilino. Pronta a domande invadenti e a sguardi in grado di far sudare freddo anche il campione mondiale di self control. Pronta a dire la fatidica frase “ti faremo sapere”. Pronta a divertirmi. Poi ho capito che, pur essendo dall’altra parte del tavolo, di divertente non c’era proprio nulla. Non è così semplice il dover sopportare un via vai di sconosciuti che guardano la tua stanza, il tuo bagno e la tua cucina, il dover parlare con loro di me stessa e ascoltare per l’ennesima volta la storia della vita del coinquilino che era nella “commissione” con me e che ormai conoscevo meglio di sua madre. E non è semplice fare una scelta. Una mezz’oretta d’ “esame” non sarà mai abbastanza per capire quale tra i vari “concorrenti” sia il più idoneo. Posso dire senza dubbio che la scelta di un altro coinquilino è stata per me tanto stressante quanto la mia ricerca di una WG.
Sia stando da un lato che da un altro comunque, tutto ciò è solo ed esclusivamente l’inizio di un’avventura molto più grande e che può rivelarsi ancor più stressante: la convivenza.
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